Cala Maestra, tra mare e archeologia

È davvero difficile non lasciarsi ammaliare dal fascino di Giannutri, la più meridionale delle isole dell’Arcipelago Toscano situata a circa 6 miglia dal Monte Argentario e a 8 miglia dalla più celebre Isola del Giglio, di cui fa parte dal punto di vista amministrativo.

Una volta approdati su questa minuscola isoletta a forma di mezzaluna si rimane a bocca aperta davanti all’ecosistema ancora selvaggio e incontaminato che la caratterizza. L’isola è pedonale, quasi priva di strutture ricettive e disseminata di ville private immerse nella rigogliosa vegetazione mediterranea.

Ma questo luogo è anche meta di passaggio per moltissime specie di uccelli che qui vengono a nidificare e habitat naturale per numerose varietà di pesci e coralli. La costa è quasi interamente di natura calcarea, con ripide scogliere, grotte marine e due sole spiagge di ghiaia, che sono anche gli unici punti d’approdo sull’isola: Cala Spalmatoio e Cala Maestra. Quest’ultima – il cui nome deriva da quello dell’omonimo vento che spira da nord-ovest, verso cui è orientata – rappresenta una delle maggiori attrazioni di Giannutri.

Il merito non è dovuto solamente alla limpidezza delle sue acque, che consentono di scorgere il fondale a diversi metri di profondità, ma anche e soprattutto al suo affascinante passato romano, testimoniato dai resti della sontuosa Villa Domizia, edificata nel II secolo d.C. dalla famiglia dei Domizi Enobarbi (alla cui stirpe cui apparteneva l’imperatore Nerone).

Della villa sono ancora visibili alcune colonne – una delle quali proprio al termine della scala di pietra che consente l’accesso al mare – oltre ai resti di pavimenti decorati a mosaico e al sistema di cisterne e condutture che distribuiva l’acqua in tutta l’isola. Uno scenario incredibile, che si fa ancora più suggestivo al tramonto, quando l’insenatura si tinge di mille sfumature pastello.

Ph. Credits:

Villa Romana di Giannutri on wikipedia.org. Author: Ceppicone

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