La viticoltura eroica praticata sull’isola del Giglio

L’isola del Giglio è il regno dell’Ansonica un vitigno a bacca bianca di origine greca che ben si adatta al clima caldo e secco del Sud Italia, introdotto successivamente nel resto del Paese compresa la regione Toscana.

Esso si caratterizza per dei grossi grappoli raccolti a metà settembre per produrre un ottimo vino che affonda le sue radici nell’antica tradizione vinicola dell’isola che può essere definita “eroica”.

Antiche tecniche per la coltivazione dei vigneti sull’isola:

Viticoltura eroica: cos’è esattamente

Per viticoltura eroica s’intende una particolare modalità di coltivare il terreno che, si differenzia da quella tradizionalmente conosciuta perché praticata in condizioni ambientali estreme e su terreni scoscesi a picco sul mare e impervi (molto spesso in stato di abbandono), proprio come quelli presenti sull’isola del Giglio.

Il CERVIM (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) ha fornito una classificazione dei requisiti della viticoltura eroica:

  • Vitigni ubicati in piccole isole o a un’altitudine oltre i 500 m s.l.m.;
  • Possedere una pendenze superiori al 30%;
  • Coltivazione effettuata in modalità a gradoni o terrazze.

Sempre il CERVIM organizza ogni anno in Valle d’Aosta la premiazione per i migliori vini prodotti da viticoltura eroica “Mondial des Vins Extrêmes, mentre il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dal 2018 si interessa al censimento di tutti i vigneti coltivati con questa particolare modalità.

Viticoltura eroica al Giglio

La morfologia per lo più montuosa dell’isola del Giglio e il suo terreno composto da roccia granitica creano l’ecosistema ideale per la pratica della viticoltura lungo i suoi spettacolari e impervi terrazzamenti coltivati fin dai tempi degli antichi Romani e degli Etruschi.

La viticoltura eroica ha permesso al settore vinicolo dell’isola di rivivere una vera e propria rinascita, di continuare questa vocazione vinicola così da produrre un ottimo vino dalle qualità uniche che racchiude in sé l’anima più autentica del Giglio, quella fatta di tradizioni, sacrifici, fatica e amore per questa terra.

Oggi le monorotaie hanno sostituito il lavoro degli asini, un tempo l’unico mezzo di trasporto per raggiungere gli appezzamenti di terreno più isolati e impervi, anche per questo di qualità migliore in quanto incontaminati.

Photo Credits:

Foto di Crivellari Giulio da Wikimedia

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